PISA – Il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri ha parlato di ‘Ndrangheta con gli studenti della Scuola Superiore Sant’Anna.
”Cambiare il codice penale, quello di procedura, l’ordinamento penitenziario e la scuola”: sono le quattro condizioni indicate da Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, oggi a Pisa durante un incontro con gli allievi della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per “non parlarci più addosso” e fare in modo che “la ‘ndrangheta non finisca solo quando l’uomo scomparirà dalla Terra”.

Il magistrato – intervenuto per presentare il suo libro ‘Dire e non dire, i dieci comandamenti della ‘Ndrangheta nelle parole degli affiliatì, scritto insieme ad Antonio Nicaso, scrittore e storico delle organizzazioni criminali – ha sottolineato che “la ‘ndrangheta e’ ormai diventata la mafia più ricca grazie al traffico di cocaina ed è una delle principali responsabili dello sfascio e del degrado che riversa sull’imprenditoria, sul commercio e, in definitiva, sulla libertà di tutti”.
Per questo è necessario, ha spiegato Gratteri, “l’intervento del potere politico, con un cambiamento di tipo normativo, mentre nel lungo periodo sono fondamentali l’azione e l’opera della collettività, parlando delle organizzazioni mafiose ai più giovando per sfatare una certa idea malsana secondo cui chi delinque diventa potente e si arricchisce con facilità e con rapidità, anche perché le indagini ci dicono che le grandi ricchezze sono in mano al 10 per cento di chi appartiene all’organizzazione mafiosa, mentre tutti gli altri sono garzoni”.