PISA – Sono stati identificati tutti e tre i componenti del gruppo coinvolto nell’aggressione del cuoco bengalese Zakir Hossain. Stamani in una conferenza stampa in Procura sono stati svelati i nomi delle quattro persone, tra cui anche un minorenne.
Erano presente il Dott. Rainone (Digos), Antonio Giaconi della Procura della Repubblica e il magistrato Porpora che ha elogiato il lavoro della Squadra Mobile e della DIGOS. “Da domenica sera ininterrottamente si sono occupati del caso che è stato risolto in tempi brevissimi. L’indagine e’ stata mista e anche grazie alla collaborazione della stampa e di ricerche in locali e per strada e con l’ausilio delle attività tecnologiche come Facebook siamo riusciti a definire le identità”.
Hmarouni Hamza è colui che ha tirato il pugno. L’aggressore, ha 27 anni, vive in Italia da circa dieci snni e lavora come autotrasportatore, e pur essendo stato identificato e’ fuggito in Tunisia ed e indagato per omicidio preterintenzionale ed il Gip firmerà a breve per una richiesta di misura cautelare e verrà firmata l’estradiazione. Con lui erano Simone Tabbita che lavora in una cooperativa, che e’ stato rintracciato anche grazie alla Questura di Roma perché nei giorni seguenti al fatto si era recato a Roma per motivi sentimentali. L’accusa per lui e’ quella di favoreggiamento. Nel gruppo anche un sedicenne (non diffuso il nome), studente e Fabrizio Camerretta (quest’ultimo non indagato e disoccupato). Tutti e quattro i ragazzi che sono stati identificati erano incensurati, tutti vivono con le rispettive famiglie, che hanno avuto un atteggiamento collaborativo nelle indagini con gli investigatori.
I COMMENTI
“Grazie alla Asl abbiamo trovato un medico legale e tramite la Società della Salute assicureremo il trasporto della salma da Pisa a Roma”, ha dichiarato Filippeschi.
Le tre persone che hanno partecipato all’aggressione di Zakir
La macchina con la quale i tre ragazzi sono fuggiti dal Piazza S. Antonio
Gli indumenti indossati da Hamza e Camarretta che hanno permesso agli investigatori di riconoscerli dalle immagini della videosorveglianza
Un momento della conferenza stampa di stamani in Procura